“Non si può ridere di tutto e di tutti, ma ci si può provare”. Friedrich Nietzsche
Conosco Francesco Diotallevi da diversi anni e ho imparato ad apprezzare le sue doti artistiche fin da quando, nella Galleria del Palazzo di Firenze, ho avuto modo, per la prima volta, di comprendere le sue opere, nell’allestimento di una sua mostra. Intuivo già da allora un “io stabile” dell’artista, che rappresentava e sottolineava con riferimenti espliciti la realtà più efferata, la quale veniva attenuata dalla sua grande autoironia. E’ trascorso del tempo da allora, ma è interessante scoprire che sono rimasti intatti il suo talento, la sua vena fantastica e la maestria con cui ci attira nei suoi racconti. Nelle sue opere aleggia, implacabile, l’ironia in situazioni esistenziali spesso frammentate, ciniche, eccentriche, dissacranti, stravaganti, tutte risolte con vivo senso ludico e diretto della figurazione; anche le opere che rappresentano le storie più crudeli sono pacificate da colori accesi e intensi. Nel plotone di tutti i suoi personaggi e nei loro sguardi di ignaro compatimento si percepisce un vero senso di ironia. Francesco Diotallevi spoglia le ipocrisie con la sua vena fantastica e la capacità visionaria. Le sue opere fanno sgranare gli occhi e conquistano per il messaggio che ruota attorno alla sua ricerca, esprimendo la cosciente e consapevole accettazione di una necessità dell’ironia, la quale, troppo spesso dimenticata, rappresenta la forza per aspirare a un sorriso. La mostra IRONICONS vuole essere un invito a percorrere ogni opera, soffermandosi sul segno che reca l’energia richiesta nell’affrontare e delineare le storie stesse, nelle quali si percepisce la fragilità umana ma, soprattutto, il rifiuto di lasciarsi tormentare dagli eventi angoscianti della realtà, avvalendosi dell’aspetto ironico. L’intelligente e graffiante sarcasmo dell’artista scaccia la malinconia e le difficoltà della vita.
Simona Zava